martedì 29 marzo 2022

IL SALONE LIVEWINE 2022 MILANO SECONDO L’ITALIA DEL GUSTO

 





Al Palazzo del Ghiaccio di Milano di Via Piranesi, dopo due anni assenza per la pandemia, è tornato il Salone Livewine, dedicato interamente all’universo dei vini naturali.

Questa sesta edizione di Livewine ha visto presenti ben 150 produttori italiani ed esteri, nuovi e noti, ma tutti uniti dal fatto di amare la propria terra, rispettarla e lavorarla nella maniera più naturale e sana, attirando in due giorni sia operatori del settore che il popolo di enonauti.

L’Italia del Gusto si è recata al Livewine attivando la propria redazione di Milano, visto che attraverso la testata web Borghi d’Europa promuove il progetto “L’Europa delle scienze e della cultura” (patrocinato IAI- INIZAITIVA ADRIATICO JONICA) e al centro di esso è collocato il Percorso Internazionale Eurovinum, Paesaggio della Vite e del Vino.

Il 2022 è l’anno della sostenibilità, ed è quindi è stato deciso di approfondire particolarmente il mondo dei vini naturali, dove si fondono itinerari di vino suggestivi con giovani interpreti o tenaci donne del vino, pur privilegiando la terra prima ancora delle cantine.

Le visite e interviste con assaggi ai produttori presenti al Livewine hanno riguardato perlopiù 3 regioni del Belpaese (Veneto, Lombardia e Calabria) più la Slovenia, che sta emergendo prepotentemente con qualità nelle etichette naturali.

Per il Veneto sono state provati il Glera igt Col Fondo e il Prosecco Superiore Docg Dosaggio Zero (prodotto solo in annate top) di Mongarda di Col San Martino, a due passi da Valdobbiadene (Tv), il Roncaie sui Lieviti da uve 100% Garganega e il fermo e interessante Riva  Arsiglia (Garganega in purezza) dell’Azienda Giovanni Menti di Gambellara (Vi), famosa zona con terreni di origine vulcanica, il Soave Doc 2019 e il Valpolicella Doc 2020 di Garganuda di Andrea Fiorini Carbognin, entrambi coltivati in biodinamico a Montecchia di Crosara (Vr).

E ancora il Bianco Bio Igt Verona “Timido” da uve Rondinella e Molinara e il Rosso Bio Igt Verona “Scatto” da uva Corvina di Corte Bravi di Sant’Ambrogio di Valpolicella (Vr), poi gli ottimi vini biodinamici della Società Agricola Musella di San Martino di Buonalbergo (Vr), poi nuovamente da Gambellara, il Doc Classico Bio “El Gian” da uva Garganega in purezza e il Merlot Veneto Igt Bio 1950 (richiama l’anno d’impianto dei vigneti di Merlot) di Davide Vignato, ed infine il Pietrobianco, blend fermo da uve Pinot Bianco e Tai Bianco e la Garganega in purezza di Daniele Portinari di Lonigo (Vi).

Per quanto riguarda la Lombardia, L’Italia del Gusto si è dedicata alla Valtellina e ai suoi rossi eroici, ovviamente in questo caso tutti a matrice assolutamente naturale: promossi il Valtellina Superiore Docg Valgella e il rosso di Valtellina Doc di Barbacan di San Giacomo di Teglio, poi il Rosso di Valtellina Doc Umo e lo Sforzato Docg Runco de Onego dell’Azienda Agricola Boffalora di Castione Andevenno, nel versante Retico e il Rosso di Valtellina Doc di Franzina di Ronco Buglio in Monte (So).

Dalla Calabria e precisamente dallo stesso paese, Saracena nel Cosentino, vicino al Parco Nazionale del Pollino provengono i vini (e anche gli oli!) delle Aziende Maradei e Diana che sono stati molto apprezzati dall’Italia del Gusto.

Di Maradei, azienda familiare che si è convertita al bionamico nel 2014 e guidata da 4 sorelle, sono stati provati il Bianco fermo Aglò, blend da uve Guarnaccia Bianca al 70% e Malvasia Bianca al 30%, il Bianco Danfora (che  trova identità in anfore di argilla) da Guarnaccia Bianca all’80% e Malvasia Bianca al 20% e il Rosso Dramis da uve centenarie di Magliocco, autoctono importante della zona.

Di Diana promossi assolutamente il Rosso Mileo da uva Magliocco in purezza e l’ambrato e fantastico per intensità Moscato passito di Saracena (40% Guarnaccia Bianca, 40% Malvasia Bianca e 20% Moscatello di Saracena).

Da Dobrovo nel Collio Sloveno proviene invece l’Atelier Kramar, che ha stupito positivamente i comunicatori dell’Italia del Gusto con le sue etichette naturali di Ribolla, Malvasia Istriana, Sauvignon Vert (Tocai Friulano) e Merlot.

La sesta edizione di Livewine ha riscosso molto successo e ha confermato quanto sia indissolubile il legame tra uomo e terra, legame che si rafforza notevolmente quando il processo di lavorazione del vino è artigianale e genuino, in una parola…naturale!

In alto i calici!

martedì 15 marzo 2022

La Via dei Norcini - SAN Daniele: profumo e sapore

 


 



Il prosciutto crudo è forse il salume italiano più caratteristico ed è presente in quasi tutte le Regioni italiane, sia pure con prodotti molto diversi fra loro: alcuni più o meno salati, altri affumicati ecc.

La proprietà che senz’altro contraddistingue il Prosciutto di San Daniele è il gusto molto dolce ed il profumo soave, caratteristiche ben più importanti della presenza (per altro unica) dello zampino e la forma leggermente appiattita del prosciutto.

Ma come nascono queste preziose qualità? Certamente una delle condizioni più importanti è il microclima particolare di questa zona del Friuli-Venezia Giulia, formata da colline moreniche, con il fiume Tagliamento che lambisce la città di San Daniele e circondato a Nord dai rilievi alpini, cosicché le arie fresche ed asciutte provenienti dalle Alpi si incontrano con le brezze tiepide dell’Adriatico, ma decisive sono anche le tecniche di lavorazione, nate da un’esperienza millenaria, che risale ai Celti e proseguita anche al tempo dei Romani, come dimostra il cippo funerario di un Norcino, che riporta l’immagine inconfondibile del Prosciutto locale, col suo zampino ben evidente, che doveva essere anche motivo di orgoglio professionale per il defunto, assieme agli strumenti di lavoro del defunto.



Il Prosciutto di San Daniele viene prodotto unicamente con suini di di razza Large White, Duroc e Landrace, nati, allevati e macellati in Italia. I suini seguono una dieta positiva ricca di cereali nobili e siero di latte, provenienti da produzioni italiane.

Il processo di lavorazione segue il Disciplinare di Produzione, il quale prevede come prima fase il controllo di conformità della coscia a cui segue la rifilatura, per la rimozione delle parti superflue. Le cosce vengono poi divise per peso, in quanto nella successiva operazione di salagione debbono restare sotto sale per un periodo differente secondo il peso: come da tradizione un giorno sotto sale per chilo.

Dopo il tempo di salagione previsto, ciascuna coscia viene ripulita dal sale ed accuratamente massaggiata e sottoposta a pressatura (operazione che conferisce al salume la classica forma ”a chitarra”) per favorire la fuoriuscita dell’umidità e l’assorbimento del sale.

Dopo un periodo di riposo di circa 4 mesi la coscia viene lavata e spazzolata. Si procede poi alla “sugnatura” sigillando le cosce con un impasto di grasso di suino e farina, avviando così il periodo di stagionatura che dura almeno fino al 13esimo mese dall’inizio della lavorazione, ed avviene con metodi naturali in grandi saloni. E’ qui che il microclima speciale del territorio produce il miracolo: un salume dal sapore dolce e dal profumo unico! Al termine della stagionatura, superati tutti i controlli previsti dal disciplinare di produzione, ad ogni coscia conforme viene applicato il marchio a fuoco del Consorzio.


domenica 13 marzo 2022

Eurovinum - L'Azienda agricola Moro Sergio continua il percorso informativo di valore con Borghi d'Europa

 





 




Il Percorso Internazionale Eurovinum ha incontrato l'azienda agricola Sergio Moro nel corso del 2021, realizzando anche uno stage di informazione in sede.

Poi la partecipazione a Piacenza al Salone dei Vini della FIVI, ottima occasione per incontrare i giornalisti di Borghi d'Europa che da anni seguono con interesse la manifestazione dei vignaioli

indipendenti.


Così quando da marzo 2022 è ricominciato il percorso informativo di Eurovinum, i giornalisti e i comunicatori della rete internazionale hanno deciso di ripartire dall'azienda di Farra di Soligo.

“ Non abbiamo mai fatto la raccolta di biglietti da visita – ha osservato Renzo Lupatin,Presidente di Borghi d'Europa -; ci piace seguire le aziende con costanza e senso della continuità .Il racconto non è legato certamente a banali motivazioni economiche “.


Erik, nume tutelare con il papà dell'azienda, osserva : “ Nella zona di produzione del Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, si trovano i 3.5 ettari circa di vigneto di proprietà della nostra azienda.. Qui viene coltivato esclusivamente Glera, il vitigno che darà poi origine al vino Prosecco. Queste uve, lavorate in purezza durante la vinificazione, esaltano le peculiarità che i terreni argillosi dell’azienda sono in grado di donare,quali sali minerali ed aromi, che accompagnano la maturazione del vino, conferendogli carattere ed autenticità. "Valdobbiadene Prosecco Superiore" da sempre sono le parole chiave della produzione e della filosofia aziendale, stanno ad indicare una conoscenza della vite e del vigneto che poi nei vini si esprimerà in tipicità, grazie al clima e al territorio dove l'azienda nasce.”


Annota la giornalista Antonella Pianca : “Il frizzante colfondo Batistàra, soprannome con il quale era conosciuta la Famiglia Moro, fa parte del progetto ”Colfondo Agricolo”. Un progetto nato dalla volontà di quattordici vignaioli per salvaguardare e valorizzare i rifermentati in bottiglia, conosciuti anche come vini col fondo, sur lie o sui lieviti. Il prosecco colfondo è il frizzante della tradizione rurale delle colline di Valdobbiadene, Conegliano ed Asolo. I lieviti contenuti nella bottiglia, con i primi tepori primaverili riprendono la fermentazione e, una volta terminata la loro azione, si depositano sul fondo della bottiglia; il vino risulta frizzante, secco e longevo.Una fascetta di colore diverso per ogni annata differenzia le bottiglie rigorosamente chiuse con tappo a corona. Ogni bottiglia, che deriva da uve selezionate dei Colli Trevigiani, è l’autentica interpretazione di ciascun produttore e trasmette la peculiarità del terroir e dell’annata da cui proviene. “Un vino lento, rispettoso del tempo e dei tempi”, che mantiene la tipica fragranza e freschezza di questa tipologia di vino. “Non una bevanda, ma la sublimazione di una vita, quella del vignaiolo”, come testimoniano i vignaioli come Erik, che aderiscono al progetto Colfondo Agricolo.”


L’Azienda Agricola Moro Sergio appartiene alla FIVI - Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. L’organizzazione rappresenta e promuove i vignaioli che seguono direttamente tutta la filiera produttiva, dalla coltivazione della vigna, alla trasformazione dell’uva in vino, fino all’imbottigliamento ed alla vendita. Un’agricoltura che parte dalla terra, l’espressione di un fare artigianale e non standardizzato di coltivare la vite e vinificare le uve.


mercoledì 9 marzo 2022

Eurovinum - L'Europa delle scienze e della cultura: i Vini Naturali

 


La rete internazionale Borghi d'Europa promuove il progetto “L'Europa delle scienze e della cultura” patrocinato dalla IAI - Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico-jonica.

Il Percorso Internazionale Eurovinum – “Il Paesaggio della Vite e del Vino”, intende scoprire i contenuti storici e culturali che si nascondono dietro la produzione del vino; viaggi nel paesaggio della vite e del vino, scoprendo itinerari noti ed altri quasi sconosciuti, tra personaggi protagonisti, con tanti giovani interpreti o tenaci donne del vino, ma sempre privilegiando la terra ancor prima delle cantine.

Il tema del 2022 è tutto centrato sui vini naturali.


Collabora con il progetto Antonella Pianca, fotografa, giornalista, sommelier e degustatrice, appassionata del mondo dei vini naturali, che ha voluto significativamente dare il via al progetto con il racconto di Costadilà Articoltura, intervistando Martina Celi nelle Colline di Vittorio Veneto dove ha sede l’azienda agricola. Martina prosegue oggi l’impegno di Ernesto Cattel, che nel 2005 decise di intraprendere l’attività di contadino-vignaiolo o, come amava definirsi, di articoltore, diventando il pioniere di una vinificazione artigianale e genuina con le uve autoctone di Glera, Bianchetta Trevigiana e Verdiso delle Colline dell’Alto Trevigiano. Costadilà è intimamente legata alla figura di Ernesto Cattel perché rappresenta la personificazione della sua filosofia e la sua visione.


Il viaggio nel mondo dei vini naturali prevede un format comunicativo che comprende:

  1. le visite al territorio e alle aziende scelte;

  2. il racconto del territorio attraverso interviste ai protagonisti;

  3. la realizzazione di rassegne stampa (radio, tv, online e social), con almeno 50 servizi informativi pubblicati per territorio;

  4. la partecipazione ad iniziative di informazione e di scambio culturale;

  5. il racconto del territorio secondo le chiavi di lettura dei Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa domenica 20 e lunedì 21 marzo;

  6. La redazione di Borghi d'Europa interverrà a “Live Wine 2022”, al Palazzo del Ghiaccio di Milano, per realizzare interviste ai produttori di vini naturali.



Live Wine 2022 - Al Palazzo del Ghiaccio di Milano si danno appuntamento oltre 150 produttori italiani ed esteri che lavorano con metodi agricoli rispettosi della terra e della naturale vitalità del vino. Un grande evento dove incontrare i produttori, assaggiare i loro vini e ascoltare i racconti dei loro territori.