giovedì 9 febbraio 2023

Gaspare Buscemi - Cormons (GO) Enologo, vinificatore, artigiano in Cormons

  La Via delle Buone Cose - Le degustazioni di Borghi d’Europa

Gaspare Buscemi - Cormons (GO)

Enologo, vinificatore, artigiano in Cormons






Il vino è la connessione tra natura e cultura. Fare il vino è mettersi nelle mani della terra con abilità, competenza, sensibilità e consapevolezza. Da appassionata del mondo del vino prodotto “senza artifici né manipolazioni inopportune”, sia in vigna che in cantina, ho incontrato l’amico Gaspare Buscemienologovinificatore e artigiano; un’opportunità per conoscere più da vicino le cose che a volte diamo per scontate perché, come scrive Sandro Sangiorgi, nel suo libro “L’invenzione della Gioia – educarsi al vino – sogno, civiltà, linguaggio” (2018), “essere nel vino non è solo un dovere di chi lo produce ma anche di chi lo consuma”.

Gaspare Buscemi, che vive e lavora a Zegla, piccola frazione di Cormons (GO) a pochi chilometri dal confine Sloveno, è un personaggio di rilievo nel mondo del vino. Ha al suo attivo una lunga e consolidata esperienza nel settore viticolo-enologico nata negli anni Sessanta, dopo il diploma di enotecnico conseguito nel 1959 presso la Scuola Enologica di Conegliano (TV).

Vanta un importante percorso professionale che lo ha visto ricoprire posizioni di rilievo, tra i quali anche il ruolo di primo direttore tecnico del Consorzio Collio, unito ad un capillare lavoro di consulenza, assistenza tecnica enologica e formazione professionale a favore di cantine produttrici in diverse regioni d’Italia. Una storia fatta di passione, ricerca della massima qualità in ogni fase della lavorazione, ottenuta anche con il supporto di innovative attrezzature per la lavorazione delle uve, la vinificazione e l’imbottigliamento che ha personalmente ideato e costruito. Un sapere tecnologico nato per le produzioni artigianali di alta qualità territoriale che per la sua validità e originalità è stato riconosciuto dal Parco Scientifico e Tecnologico di Trieste, che ha definito il laboratorio di Zegla una “cantina di vinificazione naturale”.

Gaspare è anche vinificatore; la sua missione di enologo “fuori dal coro” - come lui ama definirsi - è di rivendicare l’immagine del “Vino d’Artigianato”. Come mi spiega, il vino è un prodotto della terra, lo fa da sempre la natura in vigneto, in cantina l’uomo artigiano guiderà il processo di trasformazione utilizzando un sapere enologico “naturale” senza necessità di ricorrere “all’impiego di sostanze estranee al patrimonio delle uve”. È imprescindibile che il frutto venga lavorato nella “migliore condizione di freschezza e sanità”, in questo modo sarà molto più probabile che i mosti e/o i pigiati dei vini [delle uve] non abbiamo bisogno di interventi correttivi o curativi, e sarà anche più facile limitare, ridurre o eliminare l’uso dell’anidride solforosa, cioè, come sostiene Jacky Rigaux nel libro “Il vino capovolto – La degustazione geosensoriale & Altri scritti” (2017)

[…] intervenire il meno possibile in modo che ogni climat liberi completamente tutta la sua complessità - la sua vera natura – la sua originalità, il suo carattere unico e inimitabile.”

I vini di Gaspare sono il frutto di una prassi artigianale e naturale oculata ed accurata, il frutto di una viticoltura di terroir. Il termine territoriale o terroir (a volte impropriamente usato) nello specifico ci rivela l’appartenenza di questi vini al loro territorio di origine, vera espressione della natura e della cultura di un luogo, congiunzione tra la conoscenza storica, le condizioni di una specifica zona viticola e il lavoro del contadino in vigna e dell’artigiano in cantina, peculiarità che un vino di eccellenza esalta e sa trasmettere.

Una lavorazione artigiana ben diversa da quella ottenuta con i processi tecnologici ed industriali che indirizzano il vino verso uno preciso standard qualitativo, plasmandolo in funzione di una scelta gustativa che asseconda l’esigenza del mercato.

Questa la produzione della cantina di Gaspare Buscemi, vini di grande personalità e piacevolezza gustativa, in grado di rispettare le differenze prodotte dalla natura e che sanno evolvere positivamente nel tempo:

Alture - IGT Venezia Giulia - Scelta di collina, nelle varianti Bianco (da uve a bacca bianca del Collio Goriziano e dei Colli Orientali del Friuli/ da uve Pinot Bianco e Ribolla) e Rosso (da uve Merlot quasi in purezza);

Braide - IGT Venezia Giulia - Scelta di pianura, nelle varianti Bianco (da uve tradizionali della Venezia Giulia) e Rosso (da uve di Merlot e Cabernet e, negli anni precedenti al 2017, anche Refosco);

VinOro - IGT Venezia Giulia (da uve di Pinot Bianco e Ribolla);

ViNero - IGT Venezia Giulia (da uve di Merlot, Cabernet e Refosco, in proporzioni diverse a seconda della cuvée);

ZeroSolfitiAggiunti nelle varianti Bianco (da uve di Verduzzo, Chardonnay e Pinot Grigio) e Rosso (da uve di Merlot, Cabernet e Refosco, in proporzione diverse a seconda delle annate)-e nei quali la minima quantità di solforosa presente è dovuta esclusivamente alla inevitabile formazione spontanea in vinificazione;

Perle d’Uva - IGT Venezia Giulia, frizzante naturale, con sboccatura, ottenuto in bottiglia da cuvée di vini da uve di almeno tre annate, di vitigni diversi, non aromatici, coltivati tradizionalmente nella Venezia Giulia;

Perle d’Uva Fondo in Fondo - IGT Venezia Giulia, frizzante, senza sboccatura, ottenuto naturalmente in bottiglia da cuvée di vini da uve di almeno tre annate, di vitigni diversi, non aromatici, coltivati tradizionalmente nella Venezia Giulia;

Un assortimento di quasi 300.000 bottiglie che parte dall’anno 1982, una collezione unica e preziosa che comprende anche le bottiglie delle etichette di Riserva Massima di Alture e di Braide, nelle due varianti Bianco e Rosso, con bottiglie fino a 30 anni di età, Esperienze, con bottiglie di almeno 25 anni e Ossidazione Estrema, una selezione di Riserva Massima e di altre Riserve di almeno 10 anni, che presentano una importante evoluzione ossidativa in bottiglia.

Prodotti unici e irripetibili per il livello qualitativo raggiunto, vini di talento e anche di grande salubrità alimentare, che mettono in risalto un felice percorso di evoluzione e maturazione. La degustazione ci permette di coglierne la loro profondità, intensità e complessità aromatica. Un vero tributo ai valori dell’enologia naturale e artigiana, “che ha fatto grandi i vini già molto tempo prima dell’era industriale”.

Una ricerca della qualità che - come afferma Gaspare Buscemi nel suo libro “Guida pratica ai piaceri del vino” (2018) - per le bottiglie importanti si conclude solo in bottiglieria “dove, nel tempo, è possibile verificare la buona tenuta del tappo, lo stato di conservazione delle bottiglie e l’evoluzione qualitativa del vino in esse contenutoQuesta verifica è infatti l’unica reale garanzia per il mercato, oltre che l’unico mezzi capace di decretare il valore di una bottiglia”.

Il termine vino naturale o vino artigianale, secondo un’accezione più cara a Gaspare, non ha a tutt’oggi una valenza giuridica; come a ragione afferma Gaspare sarebbe necessaria, o quanto meno auspicabile, l’adozione di una normativa finalizzata al sostegno ed allo sviluppo del vino diretto testimone del territorio, perché possa trovare una propria identità di mercato.

Il professionista, l’esperto, l’appassionato consumatore dovrà essere consapevole che accanto ai vini tecnici costruiti in cantina con pratiche enologiche interventistiche che tendono a uniformarne il gusto, esistono i vini del luogo o, come afferma Corrado Dottori nel libro “Non è il vino dell’enologo – Lessico di un vignaiolo che dissente” (2012), “«vini-vigna», vini totalmente e definitivamente espressivi di un micro-ambiente chiamato vigna in una determinata annata.”

Ritornare al piacere del vino, risultato di una produzione etica e sostenibile, significa assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Solo in questo modo si potrà coltivare “Il piacere come filosofia del buono, che lavora per il buono e ne sa godere”, come sostiene Carlo Petrini nel libro “Buono Pulito e Giusto” (2016).

Ringrazio Gaspare Buscemi, artigiano vignaiolo, per la cordiale ospitalità e per il tempo che mi ha dedicato.

Un incontro che mi ha emozionato perché Gaspare ha la capacità di metterci in relazione con il vino, grazie ad una narrazione empatica che parte dal cuore. Un viaggio personale dentro la vita che a volte lascia spazio al disincanto, ma con la consapevolezza di un lavoro ben fatto!

In un mondo economico globalizzato, sempre più in conflitto con gli equilibri del pianeta, che incarna il profitto come unico risultato, il suo lavoro è la testimonianza di una sapienza artigiana che recupera e diffonde i valori tradizionali del vino esprimendo qualità della natura e cultura dell’uomo. Un esempio sicuramente da seguire per vecchi e nuovi vignaioli.

E, come afferma Jacky Rigaux nell’opera citata:

Speriamo che l’uomo vada incontro ad un nuovo Rinascimento, già oggi annunciato dalla viticoltura di qualità”




Antonella Pianca




Impossibile fare un resoconto di tutti i vini degustati, ciascuno con una propria singolarità ed in grado di suscitare grandi emozioni; mi limiterò pertanto a descriverne due:



Perle d’Uva - IGT Venezia Giulia 2004

Frizzante ottenuto in bottiglia da uve tradizionali del territorio, raccolte a mano mature. Cuvée 2002, 2003 e mosto fresco. Sboccatura novembre 2021. Tappo sughero e corona.

Giallo paglierino con riflessi dorati e sottile perlage. All’olfatto presenta profumi floreali e fruttati con note di agrumi, frutta esotica e erbe aromatiche. Al palato il sorso è equilibrato e fine, con una piacevole sinergia di freschezza e sensazioni minerali. Un vino che ha fascino, una combinazione di eleganza e sapidità con una carbonica piacevolmente cremosa che emerge dolcemente dalla ricca struttura. Molto persistente.

Abbinamento: Brodetto di pesce dell’Adriatico



Alture Bianco - Scelta di collina - Riserva Massima - IGT Venezia Giulia 1988

Vino complesso, che rivela affascinanti note di una ossidazione positiva con ricordi di fiori bianchi e gialli appassiti, miele millefiori, frutta secca, sentori di spezie ed un sottile tocco minerale.

Un vino profondo che invita alla riflessione anche perché è la testimonianza di un’etica dell’enologia rigorosa, attenta ai dettagli ed anche per questo mi emoziona. La dimostrazione che il tempo è la misura della qualità, perché nel tempo il vino evolve, vive e trova la sua strada.

Vino da meditazione e da grandi abbinamenti, da bere in compagnia con il dovuto rispetto che si riserva ad un’ospite d’onore.




Fotografie di Antonella Pianca e Giovanni Damian ©2016-2022





Bibliografia:

  • Gaspare Buscemi, Guida pratica al piacere del vino, Pilota Green Editore, Treviso (TV), 2018

  • Corrado Dottori, Non è il vino dell’enologo – Lessico di un vignaiolo che dissente, DeriveApprodi srl, Roma, 2012

  • Jacky Rigaux – Sandro Sangiorgi, Il vino capovolto – La degustazione geosensoriale & Altri scritti, Porthos edizioni srl, Roma, 2017

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