L'Ente Turistico di Osijek è stato invitato a partecipare alle
iniziative di informazione della rete dei borghi europei del gusto.Una
delegazione del segretariato internazionale incontrerà i rappresentanti
della Città nella prima settimana del mese di dicembre.
Osijek (in ungherese Eszék, in tedesco Esseg) è il capoluogo della
regione di Osijek e della Baranja, sede universitaria. È situata a 90 m
s.l.m. sulla sponda sud della Drava.
Con suoi 128.095 abitanti, Osijek è la quarta città della Croazia.
Fu insediamento militare romano a partire dalla prima metà del I
secolo sotto la dinastia giulio-claudia. Qui risiedette l'unità
ausiliaria romana dell'Ala II Hispaniorum Aravacorum, sostituita sotto i
Flavi con la cohors II Alpinorum equitata, che qui rimase fino a
Traiano.
Il nome latino dell'antico insediamento romano era Mursa, divenuta sotto Adriano colonia romana.
La città è stata pesantemente coinvolta nella guerra in Croazia dal
1991 al 1995 e nei bombardamenti che hanno colpito varie zone della
città dall'agosto 1991 al giugno 1992 . Finita la guerra, è iniziata una
opera di ampia ricostruzione e di restauro del patrimonio storico -
architettonico della città .
giovedì 26 novembre 2015
venerdì 6 novembre 2015
Associazione "Guide di Marca" partecipa al progetto Comunicare per Esistere
Vogliamo visitare le ricchezze del nostro paese con una guida competente e che ci coinvolga?
Non dobbiamo far altro che contattare l'Associazione "Guide di Marca".
L'Associazione è nata nel 2003, ed è la prima associazione della Regione Veneto con sede a Conegliano.
Per farne parte, bisogna essere guide turistiche o essere laureati nel settore del Turismo ed avere una buona conoscenza delle lingue .
L'Associazione crea degli degli itinerari nel territorio, privilegiando le Ville Venete e i musei.
Proprio alcuni giorni orsono è stato organizzato un trekking urbano alla scoperta della città di Coneglaino.
L'associazione collabora con diverse città della Marca: Treviso, Vittorio Veneto,
Asolo, Oderzo e Valdobbiadene.
Non possiamo che affidarci a loro, per rendere una visita guidata una vera e propria avventura.
Non dobbiamo far altro che contattare l'Associazione "Guide di Marca".
L'Associazione è nata nel 2003, ed è la prima associazione della Regione Veneto con sede a Conegliano.
Per farne parte, bisogna essere guide turistiche o essere laureati nel settore del Turismo ed avere una buona conoscenza delle lingue .
L'Associazione crea degli degli itinerari nel territorio, privilegiando le Ville Venete e i musei.
Proprio alcuni giorni orsono è stato organizzato un trekking urbano alla scoperta della città di Coneglaino.
L'associazione collabora con diverse città della Marca: Treviso, Vittorio Veneto,
Asolo, Oderzo e Valdobbiadene.
Non possiamo che affidarci a loro, per rendere una visita guidata una vera e propria avventura.
giovedì 29 ottobre 2015
AGRICOLTURA BIOLOGICA: FA BENE ALL'UOMO, TUTELA L'AMBIENTE. La case history marchigiana, regione all'avanguardia.
L’agricoltura biologica è parte integrante del sistema economico e
sociale della Regione Marche, la natura stessa del territorio
marchigiano è destinata a produzioni di nicchia ad alto valore aggiunto.
L’opzione di questa agricoltura rappresenta una scelta di valore anche nei confronti della garanzia al consumatore. Sia l’agricoltura che l’allevamento in chiave sostenibile hanno infatti un profondo rispetto per tutti gli attori coinvolti, il Biologico considera l’intero eco sistema, sfrutta la naturale fertilità del suolo ed esclude del tutto l’utilizzo di prodotti OGM
Energia rinnovabile gratuita fornita dal sole, saperi della “civiltà contadina”, recenti acquisizioni della ricerca applicata convergono tutti nel raggiungimento di obiettivi produttivi al top.
Solo sul territorio marchigiano sono oltre 2300 le aziende produttrici e più di 57.000 ettari di superficie coltivata, pari ad oltre il 12 % della superficie agricola regionale.
Gli incrementi maggiori si registrano nella vite (+ 16%) e negli ortaggi (+ 52%), a dimostrazione di come, nonostante la crisi, l’Agricoltura Biologica nelle Marche continui a prosperare, grazie anche al sostegno del Programma di Sviluppo Rurale Marche.
In questo contesto, il Consorzio ConMarcheBIO, recentemente costituito, ha presentato il percorso storico del Biologico nelle Marche, i numerosi operatori, i loro prodotti e le prospettive future.
All’incontro dei “Giovedì del Gusto”, dedicato al biologico erano presenti i i responsabili delle principali cooperative socie promotrici della filiera regionale biologica ed è stato presentato l’evento “BENVENUTI NEL BIO. Festa della pasta biologica, cibi idee e divertimenti”, che si svolge ogni anno, in settembre, a Isola del Piano (PU) presso il Monastero di Montebello.
Un appuntamento importante sotto molto punti di vista. Un approfondimento di tematiche di sempre maggiore interesse, con la possibilità di assaggiare prodotti BIO e capire la differenza!
L’opzione di questa agricoltura rappresenta una scelta di valore anche nei confronti della garanzia al consumatore. Sia l’agricoltura che l’allevamento in chiave sostenibile hanno infatti un profondo rispetto per tutti gli attori coinvolti, il Biologico considera l’intero eco sistema, sfrutta la naturale fertilità del suolo ed esclude del tutto l’utilizzo di prodotti OGM
Energia rinnovabile gratuita fornita dal sole, saperi della “civiltà contadina”, recenti acquisizioni della ricerca applicata convergono tutti nel raggiungimento di obiettivi produttivi al top.
Solo sul territorio marchigiano sono oltre 2300 le aziende produttrici e più di 57.000 ettari di superficie coltivata, pari ad oltre il 12 % della superficie agricola regionale.
Gli incrementi maggiori si registrano nella vite (+ 16%) e negli ortaggi (+ 52%), a dimostrazione di come, nonostante la crisi, l’Agricoltura Biologica nelle Marche continui a prosperare, grazie anche al sostegno del Programma di Sviluppo Rurale Marche.
In questo contesto, il Consorzio ConMarcheBIO, recentemente costituito, ha presentato il percorso storico del Biologico nelle Marche, i numerosi operatori, i loro prodotti e le prospettive future.
All’incontro dei “Giovedì del Gusto”, dedicato al biologico erano presenti i i responsabili delle principali cooperative socie promotrici della filiera regionale biologica ed è stato presentato l’evento “BENVENUTI NEL BIO. Festa della pasta biologica, cibi idee e divertimenti”, che si svolge ogni anno, in settembre, a Isola del Piano (PU) presso il Monastero di Montebello.
Un appuntamento importante sotto molto punti di vista. Un approfondimento di tematiche di sempre maggiore interesse, con la possibilità di assaggiare prodotti BIO e capire la differenza!
mercoledì 21 ottobre 2015
Miele e formaggi marchigiani: protagonisti d’eccellenza Segreti e pregi di un abbinamento sano e genuino
Il
consumo del formaggio nell’alimentazione italiana è
particolarmente gradito e molto diffuso ed anche in questo settore la
produzione regionale marchigiana vanta una lunga e consolidata
tradizione. Il tagliere dei formaggi comprende il pecorino (in realtà
ne esistono più di cento tipi, ognuno che riflette la maestria del
produttore), accomunati dall’uso del latte ovino crudo appena munto
e dal caglio, che deve essere naturale di agnello o capretto. Sono
inoltre da ricordare anche i formaggi di latte di capra, che vantano
specialità quali il caprino al lattice di fico, per il quale sono
impiegati attrezzi di legno e caldaie in rame stagnato per preservare
la microflora batterica autoctona.
Non
mancano le specialità come il pecorino fatto stagionare in botti di
rovere, barili o tini o il Formaggio di Fossa, tipico delle provincie
più a Nord, che si caratterizza per la stagionatura in fosse scavate
nella roccia. La Caciotta di Urbino, detta anche Casciotta, tra i
formaggi più conosciuti delle Marche, ha ottenuto la DOP. Si
riconosce per la sua pasta friabile, semicotta, ottenuta lavorando
latte di pecora e vaccino, con l’aggiunta di caglio e lieviti
nobili. Segue una breve stagionatura.
Ancora
troviamo il formaggio al tartufo, l’Ubriacone, ottenuto aggiungendo
all’impasto vinacce di uve autoctone del territorio anconetano o il
pecorino ubriaco alla Vernaccia di Serrapetrona. Delicato, dal
piacevole profumo è anche il formaggio foglia di noce.
Questo
e molto altro è stato illustrato negli appuntamenti con i “Giovedì
del gusto”
organizzati da Regione Marche a Milano nel contesto del Fuori Expo
2015, che hanno visto la partecipazione di diverse aziende agricole
che hanno così avuto l’opportunità di presentare le loro
produzioni con tutto l’entusiasmo e la competenza che, solo chi
lavora con amore per il proprio territorio e rispetto per le
tradizioni, può fare
lunedì 19 ottobre 2015
FRUTTA: TUTTI I COLORI DELLE MARCHE Le novità di un settore tra Biologico, Biodiversità e Lotta integrata
Interessante
tema quello affrontato ai “Giovedì del Gusto” di Regione
Marche, “la Frutta”, che rappresenta un felice esempio di
connubio tra tradizione, innovazione e ricerca, sempre con
l’obiettivo di offrire prodotti buoni, sani, certificati.
Forte
è il legame tra territorio, prodotti e agricoltori: fiore
all’occhiello è la Filiera dei produttori della pesca della
Valdaso, come pure la pesca di Montelabbate, nella zona di Pesaro,
entrambe certificate Qm – Qualità garantita dalle Marche, il
marchio nato per creare un rapporto basato sulla fiducia tra
produttore e consumatore, con la garanzia della Regione Marche.
Per
promuovere queste produzioni, la Regione Marche si è impegnata nel
sostenere progetti di sinergia sia con il contesto
ricettivo-turistico, sia nel mondo della ristorazione collettiva,
per diffondere sempre più largamente la conoscenza di questi
prodotti davvero unici.
Nell’ambito
dell’incontro è stata presentata la frutta di stagione “pronta
all’uso”, che può essere consumata più comodamente, perché già
tagliata e confezionata, ma senza alcun conservante. Come ben
evidenziato nell’intervento della rappresentante di Altagamma, è
proprio la stagionalità a fare la differenza, perché la frutta è
raccolta, processata, lavata e messa nelle vaschette nel suo momento
migliore.
Confezionata
sotto vuoto, con la sola aggiunta di anidride carbonica, questa
frutta può essere conservata fino a sette giorni.
mercoledì 14 ottobre 2015
DALLA TRADIZIONE IL FUTURO. Alla scoperta della Biodiversità agraria con gli Agricoltori Custodi
Una
decina di Agricoltori Custodi si sono dati appuntamento a Milano,
presso lo Show room Elica, in occasione de “I giovedì del gusto”,
organizzati in concomitanza di Expo 2015. Tema della serata la
Biodiversità e le colture che evocano antichi sapori e forti memorie.
Abbiamo
quindi scoperto che i capperi non sono solo “siciliani”: il “cappero
rupestre di Borgo Cisterna”, coltivato nella zona di Macerata Feltria,
della specie Capparis Rupestris (comunemente conosciuta come cappero
spinoso) è stato ritrovato sui muri di un antico Borgo marchigiano.
Grazie alle cure dell’agricoltore, la produzione si è diffusa, fino a
rappresentare l’ingrediente principale di numerose ricette e
conservazioni.
Abbiamo
potuto assaporare la famosa zuppa di Cicerchia, legume coltivato, con
tecniche a basso impatto ambientale, nel Territorio di Serra de’ Conti,
sulle colline del Verdicchio.
Non
è mancata la polenta, cucinata con mais ottofile. La polenta, infatti,
era l’alimento principale della popolazione marchigiana e si consumava
almeno una volta al giorno. Il mais ottofile di Roccacontrada è una
varietà locale di mais, tipica delle Marche e recuperata nei dintorni di
Arcevia. La riscoperta del mais ottofile di Roccacontrada è avvenuta
grazie a qualche piccola coltivazione familiare ancora presente sul
territorio ed è collegata alla vicinanza del mulino ad acqua sul fiume
Misa, ove la farina viene macinata a pietra.
Altra
curiosità, conosciuta in questo appuntamento è stato l’Anice verde di
Castignano, il suo nome deriva dalla voce latina “anisum”. La
coltivazione dell’Anice a Castignano risale alla metà dell’800 e i primi
impieghi furono nei liquorifici: chi non conosce la tradizione
marchigiana nei liquori a base di anice (Vernelli e Meletti)? Pochi però
sanno che è fatta menzione dell’anice nei Trattati di Botanica del 1500
e che nelle Marche alla fine del 1700 l’anice era una spezia di largo
consumo, tra le merci più commercializzate.
La
fiaschetta del mistrà (liquore all’anice) era inoltre la dotazione dei
crociati che partivano per la difesa della Terra Santa.
Queste
e tante altre curiosità sono state svelate dagli Agricoltori Custodi
marchigiani nel corso dell’incontro che ha comunicato una vera filosofia
di vita, curando prodotti evocativi di sapori ormai dimenticati.
mercoledì 5 agosto 2015
Il progetto Collinando sceglie la propria sede operativa presso l'Agriturismo Moro Barel a Confin di Vittorio Veneto
A Laboratorio Europa, nelle colline di Susegana, si erano incontrati i borghi dell'Azione Collinando,
nel quadro delle iniziative di informazione del progetto 'Comunicare per Esistere 2015', promosso dalla rete dei borghi europei del gusto e dall'associazione l'Altratavola.
La buona cucina della Trattoria da Checco a Colfosco di Susegana (giusto sul Colle della Tombola) aveva sottolineato l'evento.
I Colli Bolognesi sono la classica meta per una gita fuori porta con sosta in trattoria, complici anche gli ottimi vini. Nelle guide turistiche se ne parla per i numerosi elementi d’interesse tra arte e storia.
A un tiro di schioppo dalla città ci si ritrova immersi nella pace della campagna e non importa quale sia la stagione per restarne incantati; per la buona tavola ci sono trattorie e agriturismi a tenere alta la tradizione della cucina bolognese; quanto ai vini, basti citare il Pignoletto, assurto alle migliori quotazioni enologiche, capofila di una produzione di prim’ordine; non manca una sorpresa, il tartufo bianco di Savigno, con tutto quello che ne può conseguire in fatto di soddisfazioni gastronomiche. Per mettersi la coscienza in pace i Colli offrono anche belle opportunità di turismo culturale.
Monselice e i Colli Euganei sono stati inseriti nel circuito, dopo l'ultima visita gustosa di Bruno Sganga (giornalista ed enogastronomo, ideatore e conduttore delle trasmissioni televisive La verità nel piatto e Millanta), e la tappa all'Osteria La Campana.
San Marino ha 'raccontato', grazie all'intervento di un giornalista romagnolo doc, le proprie eccellenze enogastronomiche.
Il Collio Sloveno (Brda), dopo una visita dei comunicatori e giornalisti della rete dei borghi europei del gusto, si è presentato con la cartella stampa curata direttamente dall'Ente Turistico di Brda.
L'Ente del Turismo di Buje (Croazia) ha accompagnato gli incontri proponendo il moscato di Momiano, sede, in novembre, di una festa internazionale di San Martino.
Il Consorzio Turistico Terre Ciociare ha raccontato le eccellenze di un territorio benedetto, mentre
la Sicilia si è presentata con le colline di Enna.
Vi sono alcuni tratti comuni a tutte le esperienze : fin dall’antichità le colline sono sempre state abitate. Il clima favorevole e i dolci pendii favoriscono l’agricoltura e l’allevamento. Ci sono numerosi pascoli che permettono un fiorente allevamento di bovini al nord, ovini e caprini al centro e al sud. Il turismo è assai sviluppato grazie al clima mite, alle bellezze paesaggistiche e ai numerosi centri storici che sorgono in molti paesi collinari. Oggi molti italiani ed europei trascorrono momenti di relax in agriturismi: casolari immersi nella natura che offrono cibi e specialità della zona.
L’agricoltura è molto sviluppata: olivi, viti, alberi da frutto e cereali sono molto apprezzati anche all’estero. Per poter coltivare anche sui pendii più ripidi, l’uomo ha costruito terrazzamenti: gradoni rinforzati con muretti di pietra.
Il circuito Collinando ha eletto la propria sede operativa presso l'Agriturismo Moro Barel di Confin di Vittorio Veneto, che ospiterà gli anteprima di informazione di Comunicare Per Esistere, Stati generali della Comunicazione Territoriale, che si terranno in Istria, in settembre.
nel quadro delle iniziative di informazione del progetto 'Comunicare per Esistere 2015', promosso dalla rete dei borghi europei del gusto e dall'associazione l'Altratavola.
La buona cucina della Trattoria da Checco a Colfosco di Susegana (giusto sul Colle della Tombola) aveva sottolineato l'evento.
I Colli Bolognesi sono la classica meta per una gita fuori porta con sosta in trattoria, complici anche gli ottimi vini. Nelle guide turistiche se ne parla per i numerosi elementi d’interesse tra arte e storia.
A un tiro di schioppo dalla città ci si ritrova immersi nella pace della campagna e non importa quale sia la stagione per restarne incantati; per la buona tavola ci sono trattorie e agriturismi a tenere alta la tradizione della cucina bolognese; quanto ai vini, basti citare il Pignoletto, assurto alle migliori quotazioni enologiche, capofila di una produzione di prim’ordine; non manca una sorpresa, il tartufo bianco di Savigno, con tutto quello che ne può conseguire in fatto di soddisfazioni gastronomiche. Per mettersi la coscienza in pace i Colli offrono anche belle opportunità di turismo culturale.
Monselice e i Colli Euganei sono stati inseriti nel circuito, dopo l'ultima visita gustosa di Bruno Sganga (giornalista ed enogastronomo, ideatore e conduttore delle trasmissioni televisive La verità nel piatto e Millanta), e la tappa all'Osteria La Campana.
San Marino ha 'raccontato', grazie all'intervento di un giornalista romagnolo doc, le proprie eccellenze enogastronomiche.
Il Collio Sloveno (Brda), dopo una visita dei comunicatori e giornalisti della rete dei borghi europei del gusto, si è presentato con la cartella stampa curata direttamente dall'Ente Turistico di Brda.
L'Ente del Turismo di Buje (Croazia) ha accompagnato gli incontri proponendo il moscato di Momiano, sede, in novembre, di una festa internazionale di San Martino.
Il Consorzio Turistico Terre Ciociare ha raccontato le eccellenze di un territorio benedetto, mentre
la Sicilia si è presentata con le colline di Enna.
Vi sono alcuni tratti comuni a tutte le esperienze : fin dall’antichità le colline sono sempre state abitate. Il clima favorevole e i dolci pendii favoriscono l’agricoltura e l’allevamento. Ci sono numerosi pascoli che permettono un fiorente allevamento di bovini al nord, ovini e caprini al centro e al sud. Il turismo è assai sviluppato grazie al clima mite, alle bellezze paesaggistiche e ai numerosi centri storici che sorgono in molti paesi collinari. Oggi molti italiani ed europei trascorrono momenti di relax in agriturismi: casolari immersi nella natura che offrono cibi e specialità della zona.
L’agricoltura è molto sviluppata: olivi, viti, alberi da frutto e cereali sono molto apprezzati anche all’estero. Per poter coltivare anche sui pendii più ripidi, l’uomo ha costruito terrazzamenti: gradoni rinforzati con muretti di pietra.
Il circuito Collinando ha eletto la propria sede operativa presso l'Agriturismo Moro Barel di Confin di Vittorio Veneto, che ospiterà gli anteprima di informazione di Comunicare Per Esistere, Stati generali della Comunicazione Territoriale, che si terranno in Istria, in settembre.
giovedì 2 luglio 2015
La famiglia Roldo : l'eccellenza delle carni e non solo
Ci
ricordavamo, eccome, di un pastin del tutto personalizzato che 'i'
Roldo di Sospirolo ci avevano fatto assaggiare qualche anno orsono,
in una manifestazione a Belluno.
Così
quando i percorsi (del gusto e …. della vita), ci hanno riportato
in queste zone, per il progetto 'Comunicare
per Esistere 2015', promosso dalla rete dei borghi europei del gusto,
non potevamo esimerci da una visita curiosa.
Ebbene,
non dimentichiamoci che la famiglia è nell'arte da diverse
generazioni e che gestisce in quel di Sospirolo, un macello a norma
Cee.
Insomma
la carne, da queste parti, ha una storia completa, che parte dalle
stalle dei contadini, prosegue lungo la filiera, fino a giungere al
banco della macelleria di Bribano.
Un
percorso che i Roldo controllano in tutti i passaggi, per garantire
la qualità ai consumatori.
Una
visita alla macelleria-supermercato familiare di Bribano vi
convincerà che non stiamo facendo della banale pubblicità.
Qui
scopriamo che la professione antica si è evoluta, si è trasformata,
secondo uno stile gastronomico che previlegia pur sempre il dialogo
con il cliente e il consiglio sui diversi modi di utilizzare e
cucinare la carne.
“Oggi
la clientela è sempre più esigente. Se sino a vent’anni fa
dovevamo soprattutto lavorare sul disosso e sui tagli, ora i clienti
chiedono delle novità che nella maggior parte dei casi significano
nuovi prodotti trasformati. Passiamo giornate intere a preparare
hamburger di diversi gusti, involtini pronti alla cottura, salsiccia
di diverse tipologie e aromi. Ultimamente la domanda è anche sulla
carne già cotta : ecco allora che abbiamo aggiunto il reparto
gastronomia, per andare incontro alle nuove abitudini alimentari'.
Oltre
a saper usare bene coltelli e segaosso, il macellaio deve essere
capace in termini di comunicazione e di marketing, destreggiarsi tra
social network e siti internet, partecipare ad eventi e
manifestazioni, lottare contro una concorrenza spietata, fronteggiare
gli scandali alimentari che periodicamente affliggono il comparto,
rispondere ad un odio nei confronti degli operatori e i consumatori
della carne che non ha precedenti nella storia.
I
Roldo hanno saputo rispondere a queste sfide con la filosofia di
sempre : professionalità, metodo e tranquillità. La stessa
tranquillità che riescono ad infondere nella clientela.Basta passare
qualche minuto nel loro negozio per rendersene conto.
mercoledì 10 giugno 2015
La 'Notte Bianca' di Ticinowine il 12 giugno, nel Parco Gole della Breggia
Dopo il successo di
Cantine Aperteo, Ticinowine propone il 12 giugno 2015 presso la Torre
del Cemento all’interno del Parco Gole della Breggia a Morbio
Inferiore, la “Notte in bianco”, serata dedicata ai bianchi e
alle bollicine ticinesi con i vini rosati quali “Special Guest”.
Ticinowine invita a
degustare 69 etichette di vini bianchi, bollicine e rosati di
viticoltori ticinesi e una variazione di sfiziosi stuzzichini a base
di prodotti regionali.
Il Romano Jazz
Quartet & Elisa Lomazzi animerà l'evento con note "swinganti".
Il gruppo, fondato dal jazzista Ferdinando Romano, è formato da
giovani musicisti di talento provenienti da tutto il mondo. Le loro
diverse influenze creano una miscela unica di musica classica,
contemporanea e jazz. Proiezioni di video artistici contribuiranno a
rendere ancora più magica l'atmosfera dell'ex cementificio situato
in riva al fiume Breggia.
Una serata unica nel
suo genere!
Il Parco delle Gole
della Breggia è situato nelle Alpi calcaree meridionali svizzere,
verso la punta più meridionale del Ticino. L'intaglio erosivo del
fiume Breggia, lungo un tratto di un chilometro e mezzo allo sbocco
della Valle di Muggio, espone una tra le più rappresentative serie
stratigrafiche delle Alpi Meridionali.
Questi affioramenti
costituiscono un documento eccezionale che copre quasi
ininterrottamente gli avvenimenti geologici succedutisi nell'arco di
circa 100 milioni di anni, fra il Giurassico e il Terziario. Inoltre,
la sezione fra il Giurassico e il Cretaceo, esemplarmente
rappresentata nelle Gole della Breggia, è unica per completezza nel
suo genere in tutto l'arco alpino e costituisce un documento di
notevole interesse scientifico a livello mondiale. In poche località
della Svizzera esiste, su un territorio così ristretto, una serie
stratigrafica di simile lunghezza.
Inserendo le Gole in
un contesto più ampio, comprendente le formazioni triassiche del
Monte San Giorgio e quelle più recenti del Terziario e del
Quaternario dell'area di Chiasso - Novazzano - Balerna, si può
disporre di uno spaccato geologico quasi completo delle Alpi
meridionali che spazia dal Triassico al Presente. Le Gole della
Breggia sono iscritte nell’Inventario federale dei siti e dei
monumenti di importanza federale (IFP 1803) e nell’Inventario dei
geotopi di importanza nazionale.
venerdì 8 maggio 2015
Apre l'Expo, decolla Comunicare per Esistere 2015 - L'intervento di Laura Panizzuti, Family Banker di Banca Mediolanum
Apre
Expo 2015 e l' Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del
Gusto presenta i 180 appuntamenti a Milano e nel Veneto (Laboratorio
Europa), che accompagneranno la storia del progetto 'Comunicare per
Esistere 2015'.
Ogni
giorno una doppia articolazione : visite interviste degustazioni
stage di informazione partecipazione ad eventi della speciale unità
di informazione a Milano. Visite interviste degustazioni stage di
informazione a Laboratorio Europa, che si svolge in collaborazione e
sotto il Patrocinio del Comune di Susegana.
La
conferenza stampa di presentazione del progetto è avvenuta a
Susegana, nella cornice delle iniziative di informazione di
Laboratorio Europa.
Laboratorio
Europa è un 'cenacolo' della comunicazione e della informazione
territoriale, che si svolge nei mesi da aprile a settembre 2015,
nella Sinistra Piave, soprattutto nel comune di Susegana.
Laboratorio
Europa diviene il punto di incontro di esperienze di borghi e
territori della rete dei Borghi Europei del Gusto, che stanno
sviluppando il progetto 'Comunicare per Esistere 2015', in occasione
dell'Expo.
Dieci
regioni Italiane e dieci Paesi Europei raccontano alle telecamere
della trasmissione televisiva L'Italia del gusto il buon e bello
vivere di terre magari poco conosciute, ma semplicemente eccezionali!
L'iniziativa
è sostenuta ed appoggiata da Laura Panizutti, Family Banker di
Banca Mediolanum,che è intervenuta alla conferenza stampa di
presentazione. “Non si tratta di una semplice sponsorizzazione ,
ma di una vera e propria partnership,con interventi nel corso degli
incontri e dei dibattiti, non solo per presentare i prodotti e la
filosofia di Banca Mediolanum, ma per portare un contributo concreto
alle tematiche affrontate. In un certo senso, gli imprenditori hanno
‘sentito’ una presenza diversa,affidabile”.
La
presenza di Banca Mediolanum conferma una scelta e una vocazione del
Gruppo Bancario di essere vicino alle iniziative che si svolgono
nelle comunità locali, al fine di dare una visibilità sul
territorio e di sostenere con convinzione le attività
culturali,sportive e del tempo libero che il mondo del volontariato
organizza ed esprime.
giovedì 16 aprile 2015
La Pasta La Molisana a Laboratorio Europa – L'intervento della rete dei borghi europei del gusto all'Expo per conoscere e valorizzare il Molise
La
settimana dedicata al Molise durante l’Expo di Milano sarà quella
dal 17 al 23 luglio. In quei giorni la regione avrà uno spazio
espositivo particolare di 200 metri quadrati all’interno del
Padiglione Italia, un allestimento a parte rispetto allo stand
permanente (grande 40 metri quadrati, posizionato lungo il ‘Cardo
Nord’, e che rimarrà aperto per tutta la durata - sei mesi -
dell’Esposizione Universale). Il Molise punterà su due ‘percorsi’
in particolare dedicati al tartufo e al vino.
Il
progetto di informazione 'Comunicare per Esistere 2015', promosso
dalla Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto e
dall'Associazione L'Altratavola (fondata 22 anni orsono da un gruppo
di comunicatori e giornalisti, sotto il Patrocinio della rivista
L'Etichetta diretta da Luigi Veronelli), ha ospitato a Laboratorio
Europa la Pasta La Molisana.
La
Molisana è un'azienda che da oltre 100 anni opera nel settore della
pasta di semola a livello nazionale
e internazionale ma è sempre rimasta profondamente legata alla
regione di cui porta
il
nome nel marchio. E' dal Molise che attinge le materie prime del suo
prodotto: non solo l'acqua pura
ed incontaminata che sgorga dal promontorio del Matese, ma anche una
parte del grano proviene da questo territorio vocato da secoli alla
produzione cerealicola. Con l'intenzione di marcare il genius loci
che trasmette senso di appartenenza ad una tradizione, rispetto delle
regole produttive, competenza e passione, La Molisana ha inteso per
l'anno 2014-2015 valorizzare la Regione Molise, nel suo piano
strategico di comunicazione attraverso azioni di marketing
territoriale molto forte.
Laboratorio
Europa è un 'cenacolo' della comunicazione e della informazione
territoriale, che si svolge nei mesi di aprile e maggio 2015, nella
Sinistra Piave trevigiana, in collaborazione e sotto il Patrocinio
del Comune di Susegana.
Laboratorio
Europa diviene il punto di incontro di esperienze di borghi e
territori della rete dei Borghi Europei del Gusto, che stanno
sviluppando il progetto 'Comunicare per Esistere 2015', in occasione
dell'Expo.Gli incontri sono ad invito, per giornalisti e comunicatori
italiani e non, e conoscono la partecipazione di borghi e territori
poco conosciuti, invitati a presentare le proprie eccellenze
agro-alimentari, storiche culturali e ambientali.
L'obiettivo
del progetto 'Comunicare per esistere' è quello di 'informare chi
informa'.
Si
tratta, quindi, di conferenze stampa, che si concluderanno con la
degustazione di prodotti tipici delle località partner. La rassegna
si sviluppa grazie ad un lavoro autentico di interviste in diretta.
Lo staff di comunicazione è stato costituito da responsabili di
'reti', capaci di amplificare le informazioni ben oltre le singole
testate giornalistiche.
Dieci
regioni Italiane e dieci Paesi Europei raccontano L'Italia del buon e bello vivere di terre magari poco conosciute, ma
semplicemente eccezionali!
L'intervento
dei comunicatori e dei giornalisti di 'Comunicare per esistere 2015'
verrà realizzato in
luglio, nello spazio della Regione Molise, al fine di raccogliere
interviste e documentare così la
storia di una terra benedetta.
giovedì 26 marzo 2015
A Marcon, per la presentazione del percorso lungo lo Zero, per Comunicare per Esistere 2015
Elisa
Pasin in StoriAmestre così scrive :
“Dopo
un ripido e turbolento salto d’acqua lo Zero sembra “rasserenarsi”,
muovendosi pacato verso il borgo del Colmello, appartenente al Comune
di Marcon (provincia di Venezia). Giunge, quindi, a Marcon, dove,
rettilineo e anonimo, lambisce la chiesa di San Giorgio e si dirige
verso la frazione di Bonisiolo dov’è possibile ancora oggi
scorgere un vecchio mulino in disuso dal 1950 circa, anche se il
fiume in quel tratto è stato deviato tra il 1970 e il 1971.
Ponte
sullo Zero in via Zermanesa a Marcon.
Di
questo mulino restano, a testimonianza della sua funzionalità,
alcuni ruderi come l’arco sotto cui scorreva l’acqua del fiume.
Qui ho potuto constatare come il letto del fiume si allarghi e le sue
acque si facciano più tranquille e come cambi, anche se
parzialmente, la vegetazione che attornia i suoi argini che si
arricchisce di canne palustri.”
E
proprio a San Liberale di Marcon si svolge uno stage di informazione
presso l'Agriturismo Nonna Rina, per presentare il percorso de I
Mulini del Gusto, unità tematica del progetto 'Comunicare per
Esistere 2015',promosso dall'Associazione Internazionale Azione
Borghi Europei del gusto e dall'Associazione l'Altratavola.
Lo
Zero (Zero/'zɛro/ in veneto) è un fiume di risorgiva del Veneto.
Nasce
tra San Marco e Campigo, non lontano da Castelfranco Veneto. Scorre
attraverso la bassa provincia di Treviso (anche se un breve tratto
iniziale è sotto quella di Padova) procedendo grossomodo in
direzione sud-est; entra infine nella provincia di Venezia a Quarto
d'Altino e si getta nel Dese praticamente in corrispondenza della sua
foce nella Laguna Veneta poco a sud-est dell'odierna Altino. Durante
il suo corso, tocca gli abitati di Badoere, Zero Branco, Mogliano
Veneto e Marcon. Tra i vari canali e fossi che vi si immettono, il
principale è il rio Vernise, che affluisce da destra poco dopo il
centro di Zero Branco.
Il
nome, anticamente scritto Iarius, Iarus o Zayro, deriverebbe dal
personale di un colono romano (Darius e simili) a cui erano affidate
le terre circostanti. Originariamente sfociava nel Sile, ma dal 1532
il tratto finale fu modificato artificialmente, portando all'attuale
situazione.
Il
suo bacino idrografico ricadeva nelle competenze del consorzio di
bonifica Dese-Sile, di recente assorbito dal consorzio di bonifica
Acque Risorgive.
Mulini
Lo
sfruttamento delle sue acque permise la costruzione di numerosi
mulini sin dal medioevo, alcuni dei quali funzionarono a pale sino
agli anni sessanta del Novecento. La maggior parte di queste
strutture furono aperte a partire dalla metà del XVI secolo quando,
attraverso il canale artificiale di San Marco ed una roggia, fu
aumentata la portata del fiume sottraendo grosse quantitativi d'acqua
al Sile.
Sappiamo
che nel 1678 erano funzionanti lungo il percorso dello Zero otto
mulini, per un totale di diciassette ruote. I più antichi erano i
mulini "Contarini" di Levada e "Tiveron" di
Sant'Alberto, risalenti al Cinquecento. Quindi, scendendo verso la
foce, si incontravano il mulino di Sant'Alberto (1667, sempre dei
Contarini). Giunti a Zero Branco, si incontrava il mulino dei Grimani
(seconda metà del XVII secolo, ricostruito nel 1727). Poi il mulino
di Campocroce, il mulino del Terraglio a Mogliano (1663, appartenente
al medico Francesco Brachi). A Marcon si trovavano invece il mulino
dei Priuli, demolito nell'Ottocento, e il mulino Bonisiolo: già
proprietà delle monache di Santa Caterina di Venezia, ha funzionato
sino al 1970.
lunedì 9 febbraio 2015
Le Vigne di San Giacomo, il Patrono dei Vignaioli e la Chiesa di Borgo San Giacomo – Il paesaggio della vite e del vino e i Percorsi della Fede
Annalisa e Gianluca,numi tutelari de 'Le Vigne di San Giacomo' di
Roncade, presentano per il progetto Comunicare per Esistere 2015 la
chiesetta di Borgo San Giacomo, che è stata inserita nei percorsi
della fede del progetto Comunicare per Esistere 2015.
La
Peronospora aveva distrutto in tempi non lontani i vigneti. I
vignaioli allora cercarono un Santo che intercedesse in cielo, per i
loro bisogni e si rivolsero a S. Vincenzo Diacono /Martire.
Ma prima ancora di essere venerato in Italia, S. Vincenzo Diacono Martire era già noto in Francia come protettore dei vignaioli e dei loro prodotti.
Come arrivò in Italia? Probabilmente, con ufficiature di preghiera presso un Oratorio della corte di Guastalla Nuova, tenute da quei monaci predicatori che giravano l’Europa predicando il Verbo di Dio e le devozioni dei Santi di vari popoli, fra questi S. Vincenzo d/m.
E come tutti i santi vissuti in tempi lontani, dove la realtà si confondeva con la fantasia, anche il nostro S. Vincenzo d/m ha la sua leggenda.
Ma prima ancora di essere venerato in Italia, S. Vincenzo Diacono Martire era già noto in Francia come protettore dei vignaioli e dei loro prodotti.
Come arrivò in Italia? Probabilmente, con ufficiature di preghiera presso un Oratorio della corte di Guastalla Nuova, tenute da quei monaci predicatori che giravano l’Europa predicando il Verbo di Dio e le devozioni dei Santi di vari popoli, fra questi S. Vincenzo d/m.
E come tutti i santi vissuti in tempi lontani, dove la realtà si confondeva con la fantasia, anche il nostro S. Vincenzo d/m ha la sua leggenda.
Annalisa
e Gianluca non hanno certamente bisogno di rivolgersi ai Santi per
produrre qualità, ma
la
loro disponibilità a farsi interpreti della storia del territorio,
è certamente un indizio di santità (laica), che a noi piace
attribuire ad un silenzioso suggerimento del patrono dei vignaioli.
San Giacomo è una località che difficilmente appare sulle carte topografiche, non
essendo
oggi rappresentata che da una chiesetta e una vecchia casa canonica.
Tracce
ufficiali di una cappella in questa zona risalgono al 1231,
in
una bolla di papa Gregorio IX.
L’edificio
è dedicato a San Giacomo, patrono dei pellegrini, in quanto situato
vicino ad
un
ospizio (oggi casa Rubinato) per i viandanti in cammino verso Roma.
In seguito gli
straripamenti
dei corsi d’acqua, responsabili del parallelo spopolamento della
vicina
Vallio,
distruggono la chiesa, che rimane abbandonata fino al 1505.
In
quell’anno un nobile patrizio veneziano, Antonio Giacomo Tiepolo,
si prende
l’impegno
di restaurare chiesa e campanile e di rinnovare la canonica. Poco
dopo
ottiene
dal vescovo Tiburtino Angelo Leonini un curato suddito del pievano di
San
Civran.
A
Tiepolo vengono anche restituiti i beni trasferiti, con la decadenza
dei secoli precedenti, al pievano di San Civran, ed una campana che
viene ricollocata nel campanile restaurato.
Nella
chiesa di San Giacomo sono dipinti, oltre al santo titolare, San
Sebastiano e San Rocco.
Va
citato, infine, un singolare aneddoto con riflessi miracolistici.
Il
21 agosto 1986 una collaboratrice milanese del quotidiano
'’L’Avvenire’’, Elena Manzoni, tornando da un pellegrinaggio
a San Jacopo di Compostella, transitando sulla autostrada A4 nei
pressi all’altezza di San Giacomo perde il controllo del suo
camper, il quale esce di strada e si disintegra al lato della
carreggiata. La donna e le quattro figlie che si trovavano a bordo
del mezzo ne escono perfettamente illese.
Una
volta rientrata a Milano Elena Manzoni scopre la straordinaria
coincidenza (San Giacomo = San Jacopo) e l’esistenza, nel
tredicesimo secolo, di un rifugio per i
pellegrini;
qualche tempo dopo consegnerà un ex voto alla chiesetta per la
grazia che ritiene di aver ricevuto dal santo protettore dei
pellegrini.
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